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NON È UNA MINACCIA, È UNA PROMESSA

Aggiornamento: 4 apr

Questa è la lettera di un Idiota qualunque. L'idiozia ha molte facce, e qui ne mostra una che sembra semplice, ma si ingarbuglia appena si scava a fondo. Sappiamo che la guerra è un fatto ben più complesso, che il rapporto con il potere e con i potenti sfugge alle semplificazioni di questa breve e popolare lettera. Eppure, dietro la paura che muove un Idiota qualunque, dietro la sua analisi, possiamo davvero dire che non si nasconda un frammento di verità? Il Voi, strumento prediletto di ogni politico di successo. La guerra alle porte dell’Europa e in Medio Oriente. La nuova frontiera del Rearm Europe. Non vi risuona dentro, non vi fa sintonizzare con l’angoscia e con la possibilità che lo scenario catastrofico sia più vicino che mai? Se neghiamo che in ogni gesto politico parli anche l'irrazionale, se rifiutiamo l’idea che le emozioni plasmino il consenso, allora sì, stiamo davvero semplificando la realtà.


La nostra promessa è di impegnarci nel costruire le condizioni per le quali una lettera come questa non sia mai necessaria, ripudiamo la guerra e la violenza ma soprattutto ripudiamo questa aria che sempre piu spesso si respira, e che quasi con superbia rivendica la necessità di un tale conflitto.

Questa promessa è un invito a tutti noi, soprattutto a coloro che si ritroveranno materialmente coinvolti, nell’essere determinati ed uniti rispetto alla battaglia piu grande delle nostre vite: evitare che tutte queste tragedie che gravano il mondo si espandano fino a diventare La Guerra che,

come ci diceva Einstein in una delle poche frasi veramente sue, sarà senza dubbio l’ultima di questa gloriosa civiltà.

AL QAYYARAH, IRAQ - NOVEMBER 12. Smoke from burning oil fields set alight by Islamic State militants fills the air in                                      Al Qayyarah, northern Iraq.                                                                                                                                                                                                                                  Photography by Martyn Aim
AL QAYYARAH, IRAQ - NOVEMBER 12. Smoke from burning oil fields set alight by Islamic State militants fills the air in Al Qayyarah, northern Iraq. Photography by Martyn Aim

Cari politici, odierni e futuri, questo messaggio è rivolto a vossia che con tanta facilità vi scordate di chi, alla fine di tutti i vostri bei conti, vi offre la possibilità della vostra arroganza; siamo il motivo per il quale le vostre poltrone sono così comode, i vostri pasti così buoni e le vostre case così pulite, il vostro spingerci nella miseria forzandoci l’uno contro l’altro, per sperare il favore dei padroni non vi potrà salvare per sempre.

Sicuramente su una voce ci troverete uniti: che il futuro di questo mondo non si macchierà più come il passato di ributtare il pianeta nelle fiamme di una guerra globale fratricida.

HAMAM AL ALI, IRAQ - NOVEMBER 11: A body with bound ankles in a mass grave in Hammam al-Ali, northern Iraq.                      Photography by Martyn Aim
HAMAM AL ALI, IRAQ - NOVEMBER 11: A body with bound ankles in a mass grave in Hammam al-Ali, northern Iraq. Photography by Martyn Aim

Con che coraggio, governi di tutto il mondo, mandate al macello la vostra gioventù, il vostro e il nostro futuro, quanto possono essere piccoli i vostri orizzonti quanta vigliaccheria si nasconde in ogni vostro respiro, tutto questo poi per cosa?

E non servono tante parole perché state tranquilli che parleranno i gesti.

Traditori della madre patria?

Benissimo! Siamo tutti felicissimi di appiccicarci addosso questo titolo, a dircelo sono solo i traditori della vita, i traditori di tutto ciò che c’è di grande nell’essere umano, stupidi burattini che per vendere un po di armi e rimanere qualche minuto in più in prima classe siete disposti a fare tutto quello che i vostri cari sovrani vi dicono.


MOSUL, IRAQ - FEBRUARY 23: A burning Islamic State militant's car set alight by Iraqi forces in the recently liberated village of Sayarmoon, on the border of west Mosul.                                                                                                                                                                               Photography by Martyn Aim
MOSUL, IRAQ - FEBRUARY 23: A burning Islamic State militant's car set alight by Iraqi forces in the recently liberated village of Sayarmoon, on the border of west Mosul. Photography by Martyn Aim

Non andremo ad uccidere altri poveracci che per il semplice fatto di essere nati dietro l’altro lato di linee immaginarie che, disegnate da persone avide e viziate, debbano diventare nostri nemici; non andremo a bombardare la storia dei nostri fratelli solo perché il loro passaporto ha un colore diverso; non andremo a massacrare bambini perché i loro antenati hanno dato un nome diverso allo stesso dio.

Carissimi politici e questa non è una minaccia è una promessa, se mai ci doveste mettere in queste condizioni in cui saremmo obbligati ad andare a seminare odio contro altri disperati come noi, cioè prima di andare su un campo di battaglia in cui verremo smembrati da droni ed avvelenati da piogge di fosforo bianco, noi questo inferno, questa distruzione ve la porteremo nelle vostre case, nelle vostre macchine, nei vostri alberghi, nei vostri chalet, nelle vostre aule di governo, nei vostri letti d’ospedale.

Questo inferno lo andremo a portare ai vostri soci, ai vostri amici, a tutti coloro che con disinvoltura e disimpegno mandano gli altri a morire.

Fidatevi di noi, la vostra vita vale molto meno delle nostre.

Vita alla vita e morte a chi la semina, ripudiamo la guerra ma non abbiamo paura di lottare per la pace.

MOSUL, IRAQ - JANUARY 22: A deserted street in the suburb of Muhandsin in east Mosul, Iraq.                                                                     Photography by Martyn Aim.
MOSUL, IRAQ - JANUARY 22: A deserted street in the suburb of Muhandsin in east Mosul, Iraq. Photography by Martyn Aim.

Un grandissimo ringraziamento ad un’incredibile persona ed ad un grande fotografo, Martyn Aim.

Molti di noi hanno avuto la fortuna di conoscerlo in un posto improbabile ed indimenticabile.

Attualmente si trova a Belgrado. Il supporto a questo tipo di giornalismo indipendente è fondamentale.

Lo aiutereste molto nel seguirlo, dato che qualche mese fa gli è stato rimosso l’accesso al suo account originale ed ha dovuto ricominciare da capo.

1 Comment


Promettiamo di impegnarci a non prendere parte ai giochi di potere mossi ormai solo dalla "trappola dell'omega". Il mondo è in cambiamento e cercare di fermarlo (per paura di perdere quelle famose poltrone) non servirà a niente, se non a un ultimo disperato tentativo di restare al vertice di un sistema tossico e ormai fallimentare sotto ogni punto di vista.

La rivoluzione si farà quando realizzeremo da quale era stiamo uscendo e capiremo quella in cui entreremo.

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